L'intervista a Giuliano Amato

Giovanni Floris intervista Giuliano Amato

 

[Giovanni Floris] Giuliano Amato buonasera bentornato Presidente, allora giurista costituzionalista è stato Presidente del Consiglio della Corte costituzionale dell'Antitrust. Ci potrà aiutare a capire quello che sta succedendo. Naturalmente dobbiamo partire dalla drammatica situazione in Medio Oriente e cosa stiamo rischiando Presidente. Ma se rischiamo più cose, inevitabilmente rischiamo di trovarci davanti a un'altra guerra. Rischiamo di trovarci davanti alla sofferenza di chi comunque pagherà per questa guerra. E lo vediamo ogni giorno. È banale dirlo, però te lo senti nello stomaco ogni volta che te li vedi davanti questi bambini che si aggirano, che oggi li vedi vivi tra 1 ora, magari non lo saranno più. Non rischiamo un conflitto che diventi mondiale.


[Giuliano Amato] A volte i titoli dei giornali amplificano per creare tensione. Questa in gergo militare è una guerra regionale e regionale resterà resterà. Io dubito che lo stesso Iran abbia una gran voglia di entrarci dentro. Rischieremo, questo abbiamo cominciato a percepirlo. Il riemergere di quei cosiddetti lupi solitari che stanno tra le nostre case, nelle nostre città e che vengono risvegliati da queste occasioni e diventano dei pericolosi terroristi occasionali che te li trovi davanti, come è accaduto in Francia, come è accaduto ieri a Bruxelles, come è accaduto fortunatamente, in genere più di rado in Italia. Ma questo è un rischio che fa parte di questo tipo di situazione.


[Giovanni Floris] Allora immaginiamo che rimanga un conflitto regionale e immaginiamoci però nel momento di adesso da una parte Israele violentata da una terribile azione terroristica, dall'altra i civili della Striscia di Gaza vittime di una durissima reazione. Come si fa a decidere da che parte stare?

[Giuliano Amato] Ma insomma intanto ecco bisogna evitare quella ferocia con la quale si generalizza la situazione qualunque situazione in cui ci si trova davanti. Sparare con ferocia su un nemico feroce difendersi sparando allo stesso modo. Ora queste situazioni sono pericolose per le democrazie perché, quando nelle democrazie si diffonde questo trattamento dell'altro come nemico assoluto, e allora il fondamento stesso della democrazia è messo a repentaglio, perché è capirsi e riconoscere l'altro e tener conto delle ragioni dell'altro. Ci sono però dei limiti. Ora non c'è dubbio che Hamas si è messo al di là dei limiti. Chi aggredisce un altro uccidendo a priori, andando casa per casa ad ammazzare chi si trova, questo ha necessariamente torto. Questo è un qualcuno che non può entrare tra gli interlocutori né di una comunità nazionale né della comunità internazionale.

[Giovanni Floris] Si può, Presidente, dire questo ma poi anche criticare Israele?

[Giuliano Amato] Sono pronto a criticare Israele facciamo attenzione appunto perché sa. Insomma, parliamoci chiaro che Israele e gli ebrei abbiano diritto di star lì viene da migliaia e migliaia di anni. Ma insomma, l'ebreo più famoso della storia si chiama Gesù di Nazareth, mica Gesù di Granada o Gesù di Bergamo. E tutta la storia ebraica la terra promessa era quella. Quindi quando uno si trova davanti organismi come Hamas e altri sostenitori di Hamas che dicono questi devono andarsene, non hanno diritto di stare qui, ha torto. E siccome fa valere le sue ragioni con la violenza va fermato e paralizzato.

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