Il verdetto aveva allarmato in molti lo scorso ottobre: "La struttura è in pericolo di crollo, dal punto di vista dell'ingegneria è in condizioni critiche". Si parla della Garisenda, la "sorella minore" della più alta torre Asinelli di Bologna. Dopo anni di sorveglianza, è stato emesso un grave segnale di allarme da parte del vecchio comitato tecnico-scientifico che, in una dettagliata relazione, ha documentato tutte le anomalie riscontrate sulla torre, soprattutto negli ultimi tempi: "Si è verificato un movimento torsionale insolito a sud" hanno dichiarato gli specialisti. La notizia, ovviamente, ha fatto il giro del mondo.
Il sindaco Matteo Lepore ha agito prontamente: l'area delle Due Torri, simbolo di Bologna, è stata recintata immediatamente e il traffico lungo la centrale via San Vitale è stato interrotto. Un'imprevista decisione che ha sorpreso cittadini e turisti. Nel frattempo, l'azienda Fagioli di Reggio Emilia (lo stesso gigante emiliano che ha salvato la nave Costa Concordia al largo del Giglio e demolito il ponte Morandi) ha chiuso con dei grandi container pieni di cemento la piazza di Porta Ravegnana, dove si trovano le Due Torri. Intanto un nuovo comitato per la sicurezza ed il restauro, guidato dall'ex funzionaria comunale di Bologna, Raffaela Bruni, ha elaborato un progetto per preservare la Garisenda.
Verranno trasferite a Bologna le stesse strutture che hanno sostenuto e stabilizzato la Torre di Pisa durante i lavori di consolidamento. I pilastri, ancora disponibili presso l'Opera della Primaziale Pisana, fungeranno da puntelli per la Garisenda, saranno collocati entro la fine dell'anno a poche decine di metri dalla torre malandata e permetteranno interventi senza rischi. Successivamente si procederà con iniezioni di malta per curare il basamento gravemente danneggiato della torre. Una corsa contro il tempo che non ammette errori: per tutto il mondo Bologna è rappresentata dalle sue Due Torri.