Eurovision 2024, Amedeo Minghi su Angelina Mango: "La noia...che noia"

Amedeo Minghi si è scagliato contro l'Eurovision Song Contest 2024, esprimendo il suo disappunto tramite una storia sul suo profilo Instagram. Il cantautore italiano ha definito l'evento come "Sodoma e Gomorra", criticando apertamente la Rai per la scelta di trasmettere quello che lui ritiene essere un contenuto inappropriato. Il punto di rottura per Minghi sembra essere stata la vittoria di Nemo, un artista non binario che ha partecipato indossando una gonna, elemento che ha suscitato il disappunto del cantante: “Ho tentato di guardare per intero il Festival europeo, ma non ci sono riuscito... infatti, ha vinto uno svizzero con la gonnellina”. Le parole di Minghi riflettono una disapprovazione non solo verso le scelte di abbigliamento, ma anche verso la direzione artistica e musicale dell'evento, che secondo lui privilegia lo spettacolo visivo a discapito della qualità musicale.

 

 

Il duro attacco 

 

 

“Musica? Niente. Tante luci, tanti colori, tanti costumi. È musica da vedere, non da ascoltare," lamenta Minghi, descrivendo la sua percezione di un deterioramento dell'essenza musicale a favore dell'esibizionismo scenico. Un altro episodio che ha alimentato la frustrazione di Minghi è stata l'esibizione di Windows95man, il rappresentante della Finlandia, che si è esibito in una coreografia che suggeriva fosse nudo: "C’era anche uno che ha cantato tutto nudo. Ma non era un continente cristiano?”. Questi commenti si inseriscono in un contesto più ampio di critica verso l'evoluzione del contest, che vede sempre più spesso esibizioni che sfidano le convenzioni e provocano dibattiti sulla loro appropriatezza in una trasmissione di ampia visibilità come quella della Rai. Minghi non si limita solo a criticare le esibizioni, ma anche i risultati, come dimostra il suo commento su Angelina Mango, rappresentante italiana, che nonostante una performance lodata è finita settima: “È arrivata settima mi pare, vabbè, mi sembra anche molto più di quello che poteva accadere”. Le parole di Minghi non sono solo una critica isolata, ma rispecchiano un malcontento che si sta diffondendo tra alcuni settori del pubblico e che solleva questioni più ampie sul ruolo della musica e della trasmissione televisiva nel rispecchiare o guidare i valori culturali e sociali.

Fonte immagine: Instagram/angelinamango_