I Verdi altoatesini hanno diffidato il simbolo del partito di Michele Santoro, per la colomba pacifista. Questa è l'essenza del contendere tra l'ex conduttore televisivo, ora impegnato con la lista 'Pace, Terra, Dignità', appena lanciata in vista delle elezioni europee del prossimo giugno. L'ostacolo della raccolta firme per la sua candidatura è ancora irrisolto, e ora si aggiunge alla questione legale sollevata dai Verdi sudtirolesi, che hanno notato una somiglianza con il loro simbolo e hanno deciso di agire per vie legali, diffidando Santoro e Rifondazione Comunista, anche loro parte del progetto, dall'utilizzare il contrassegno ideato per la corsa a Bruxelles.
Secondo i due portavoce del partito, Elide Mussner e Luca Bertolini, tutti questi elementi violerebbero chiaramente le disposizioni del decreto 361 del 1957, la legge che regola l'utilizzo dei simboli elettorali per le elezioni, comprese quelle europee. L'articolo 14 di questa legge vieta espressamente l'utilizzo di simboli identici o confondibili con quelli utilizzati in precedenza da altri partiti.
Per i Verdi altoatesini, lo stemma rappresenta la storia del loro partito fin dai tempi di Alexander Langer, storico leader ecologista. Il co-portavoce, intervistato da Repubblica, ha voluto precisare: "Prima di inviare la diffida, ho parlato personalmente con Santoro, ma non c'è stata da parte sua la giusta comprensione del problema". Le vie legali, quindi, sono state intraprese dopo un dialogo che è risultato infruttuoso. La questione, ha sottolineato, "non è politica", ma puramente pratica: "Non stiamo rivendicando il monopolio dei simboli della pace, ma c'è il rischio che gli elettori si trovino di fronte due simboli molto simili sulla stessa scheda elettorale. Il rischio di confusione è reale".