Finora avevamo visto soltanto un frame. Una singola immagine che Frontex aveva allegato alla sua segnalazione. Questo invece è il video intero. Sono le ultime immagini del caicco intero della strage di Cutro. Sono nel fascicolo della procura di Crotone e serviranno a definire se e quanto fosse possibile - a partire proprio da queste immagini - parlare di situazione pericolosa per la vita delle persone. Il parametro del pericolo per la vita umana avrebbe escluso ogni interpretazione e avrebbe obbligato la Guardia Costiera a intervenire subito aprendo una operazione di soccorso (Sar). Sappiamo che non è stato così. È stata avviata una operazione di polizia, law enforcement, della Guardia di Finanza.
E colpisce, oggi, vedere quel barcone in viaggio. Nella sua «pancia» c’erano almeno 180 persone. Nascoste e con il segnale telefonico inibito dai trafficanti. Nel video non si vede nessuno di loro ma adesso che abbiamo imparato a conoscere qualcuno dei volti di chi non c’è più, adesso che conosciamo le loro storie disperate, sembra quasi di vederli. Pigiati l’uno accanto all’altro in quel guscio di noce bianco che avanza nella notte. Dritto verso la fine.
All’inizio è solo una macchia chiara in mezzo al mare. L’aereo di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, la individua da molto lontano. L’equipaggio in volo sull’Eagle 1 punta l’obiettivo sulla «macchia», ingrandisce, si avvicina. Ed eccola, la barca.
Sono le 22.26 del 25 febbraio 2023. L’imbarcazione è a circa 40 miglia a Sud Est di Capo Rizzuto, Calabria. Viaggia a motore, come si vede dalla scia che lascia dietro di sé e dalla macchia laterale che la telecamera a infrarossi coglie (è carburante). Naviga con rotta 296° (verso Nord Ovest) e procede a una velocità di 6 nodi.
Eagle 1 insiste sull’obiettivo, tiene d’occhio la barca che procede con il boccaporto aperto e senza nessuno in coperta. Così per circa un minuto e mezzo, finché all’improvviso sulla fiancata sinistra comprare una persona. Forse si è accorto dell’aereo. Quella persona (sembra un uomo) si muove agevolmente verso prua, segno che il mare, per quanto agitato, in quel momento non era proibitivo.
Alle 23.03 Frontex avvisa l’Internationale Coordination Centre di Pratica di Mare con un dispaccio. Per conoscenza spedisce la segnalazione anche alla Centrale operativa della Guardia Costiera di Roma. Si parla di barca a motore di dimensioni medie, che naviga con rotta 296° a 6 nodi, con una buona linea di galleggiabilità e con una sola persona visibile in coperta.
Non ci sono elementi visibili e certi sulla presenza di migranti a bordo. Ma l’imbarcazione è sospetta lo stesso. Perché i sistemi a bordo dell’Eagle 1 rilevano una risposta termica «significativa» in prossimità dei boccaporti, segno - appunto - di un possibile carico umano. E in più Eagle 1 registra pure un flusso di chiamate fra la barca e la Turchia, e anche questo depone a favore della tesi del trasporto migranti.
Dopo il monitoraggio Eagle 1 si allontana. Andandosene riprende la barca con una inquadratura più distante che la mostra fra le onde più dondolante di quanto sembra osservata da più vicino.
Il resto è il racconto di una strage. Poche ore dopo - verso le 4 del mattino del 26 febbraio - quel barcone che portava il nome romantico di Summer Love si schianta contro la secca davanti alle coste di Steccato di Cutro.
Finora il mare ha restituito 88 cadaveri, 22 sono bambini sotto i 12 anni.
Fonte: CorriereTv