Omicidio Primavalle, "Voleva i soldi e l'ho uccisa" e l'accusa della droga: la ricostruzione del presunto assassino

Il giudice delle indagini preliminari ha convalidato l’arresto del diciasettenne accusato di aver ucciso la coetanea Michelle Maria Causo. Quello che esce fuori dalle indagini è un probabile movente dell’omicidio a cui però i genitori della vittima non credono: “Mi aveva dato dell’hashish, un paio di canne, e per questo era venuta a casa: voleva venti, trenta euro. La discussione è diventata sempre più accesa e io poi ho preso il coltello”.

 

Queste le parole pronunciate dal presunto assassino che si trova ora nel carcere minorile della capitale, a Casal del Marmo. L’accusa è di omicidio volontario. Un racconto che non convince né i familiari della vittima né gli inquirenti che hanno disposto una perizia psichiatrica per il ragazzo. Nei prossimi giorni a far chiarezza sarà l’esame dei cellulari che gli inquirenti hanno sequestrato, quello di Michelle e quello del suo presunto assassino, in quanto tra i due, ci sarebbero state due telefonate la sera prima dell’omicidio.

 

 

La ricostruzione non convince i genitori di Michelle

 

I genitori di Michelle non credono a questa versione dei fatti come testimoniano le parole della madre: “Mia figlia lavoricchiava, il giorno assisteva i bimbi in piscina, i soldi li aveva. I carabinieri nella sua cameretta hanno trovato 90 euro. Perciò, questa storia del debito è una stupidaggine. Che fai? Mi ammazzi perché non ti ho dato 40 euro? No, io penso che se sono i soldi che ti interessano tu puoi anche aspettare un giorno. Ma ripeto, Michelle i soldi li aveva".

 

Secondo la madre si tratta di un omicidio premeditato: “Lui l'ha chiamata al telefono due volte mercoledì, il giorno in cui è morta. Aveva già quell'intento, evidentemente. E poi a casa non è che di solito si hanno dei sacchi di plastica tanto grandi per l'immondizia. Quello se li era già procurati, io credo”. Le piste suggerite dai genitori della vittima sono quelle di un omicidio legato a un approccio sessuale respinto, una pista che chi sta indagando non ha ancora scartato.