Torturati, denutriti e in alcuni casi presi a colpi di pistola. Sono i ragazzi della Diciotti, ai quali è stato concesso, eccezionalmente secondo le nuove direttive politiche, di poter scendere da quella nave militare italiana, diventata, 7 giorni dopo il salvataggio, la loro ultima prigione. Piero Mangano gestisce per conto del ministero dell'Interno uno dei centri blindatissimi che hanno accolto i giovani eritrei. È stato tra i primi a venire in contatto con loro. Intanto, sulla banchina del porto di Catania e a bordo della nave Diciotti si consumavano lo scontro politico fra maggioranza e opposizione e le schermaglie fra polizia e manifestanti.