Chi vuole veramente l'abbassamento della soglia di sbarramento per le prossime elezioni europee? Tutti i retroscena nel servizio di Andrea Molino
Non toccate quella soglia. Con la sfida europea lontana nove mesi è bastata l'indiscrezione sul via libera di Fratelli d'Italia all'abbassamento dell'asticella dal 4 al tre per cento per arrivare al Parlamento di Strasburgo per scatenare un fuoco di sbarramento dalla stessa maggioranza. A partire dalla Lega, che con una nota ufficiale in mattinata ha espresso la sua netta contrarietà: "La modifica delle legge elettorale europea non è una priorità. E' giusto che gli italiani scelgano i propri rappresentanti senza che ci siano aiutini". Un no secco al quale si associa Forza Italia, con Gasparri che ipotizza semmai un rialzo della soglia al 5 per cento. Da Fratelli d'Italia arriva la precisazione del capogruppo Malan, che smentisce un accordo per abbassare l'asticella e assicura che se arriverà una proposta in questo senso in Parlamento, la valuterà con gli alleati. Peccato che a sentire le posizioni ufficiali nessuna forza politica - a parte l'Alleanza Verdi-Sinistra che parla di necessità democratica - rivendica la richiesta di una modifica della soglia di sbarramento. Dalle parti di Renzi, che proprio ieri ha inaugurato la campagna europea lanciano la lista "Il Centro", respingono i sospetti: "Non abbiamo paura del voto dei cittadini" dice la coordinatrice di Italia Viva Raffaella Paita. Neanche Azione di Calenda teme la soglia del 4 per cento e Osvaldo Napoli sospetta che il dibattito sull'abbassamento nasca dalla voglia di esasperare la competizione fra le opposizioni. Perché alla fine il succo della questione è che per l'Europa si vota con il proporzionale dove ognuno corre per sé, magari puntando a strappare consensi ai partiti più vicini.