Il Direttore de La Stampa Massimo Giannini racconta la sua esperienza nella terapia intensiva causa Covid: "E' una condizione che non ho mai visto né mai sperimentato. La cosa che più mi ha colpito, e che rimarrà dentro di me e che tutti devono capire, è che anche i giovani stanno male"
Il Direttore de La Stampa Massimo Giannini racconta la sua esperienza nella terapia intensiva causa Covid: "E' una condizione che non ho mai visto né mai sperimentato. La cosa che più mi ha colpito, e che rimarrà dentro di me e che tutti devono capire, è che anche i giovani stanno male. Ho visto persone morire e ho scelto di non nascondere questa esperienza perché penso che quello che ho visto conti più di quello che si legge. Ci sono migliaia di operatori sanitari che ogni giorno mettono a rischio la loro vita per difendere la nostra e sono allo stremo, e bisogna essere lì e vederli per capire. Mi hanno colpito due momenti. Il primo è il livello pulito/sporco. Di fatto si è in isolamento in una stanza, con la porta chiusa che si apre solo quando i medici ti vengono a fare le analisi e gli operatori sanitari vengono a pulire la stanza. E poi basta". Quindi passa alla testimonianza più toccante, il ciclo della pronazione: "Si viene sedati, un tubo entra fino ai bronchi, quindi si passano 16 ore proni, a pancia in giù, e 8 ore supini. Sempre assistiti da un rianimatore. Si devono 'stirare' i polmoni e si procede finché si migliora, e allora si viene estubati e si può dire di essere salvi, oppure si muore. (...) Chiunque oggi critica il governo per quello che fa deve proporre delle alternative, altrimenti alimenta la rottura sociale. Io capisco chi parla della forbice tra libertà e salute, ma non ho dubbi su quale sia la priorità"