INCONTRO CON LUCA RICOLFI

L'ultimo libro del noto sociologo si chiama: "Le tre società . E' ancora possibile salvare l'unità  d'Italia?" (editore Guerini associati).

Si tratta del terzo di quei rapporti sul cambiamento sociale che l'Osservatorio del Nord ovest pubblica annualmente al fine di offrire all'opinione pubblica un prezioso strumento di documentazione per verificare impressioni e giudizi sulla politica e sull'economia italiana.

Oggi l'Italia sembra sempre più la risultante dell'intreccio e dello scontro fra tre modelli sociali e territoriali radicalmente diversi: la prima società , o delle garanzie, di cui fanno parte i pensionati, i dipendenti pubblici, gli operai e gli impiegati delle grandi imprese, per intenderci gli italiani scarsamente esposti ai rischi del mercato e protetti dalle organizzazioni sindacali; la seconda società , o del rischio, di cui fanno parte gli artigiani, i commercianti, i piccoli imprenditori, i dipendenti di questi ultimi, gli occupati atipici, i lavoratori irregolari e i disoccupati. Per intenderci gli italiani esposti sia agli alti e bassi del mercato, sia alle vessazioni dello Stato; la terza società , o della forza, quella fondata sul controllo dell'economia e del territorio da parte della criminalità  organizzata e sulle clientele, gli abusi e i favori della politica locale.

La politica del centro-sinistra tutela la società  delle garanzie, lascia sopravvivere la società  della forza, ma è fondamentalmente sorda alle richieste liberiste della società  del rischio. Una sordità  che sta mettendo a repentaglio l'unità  del Paese. Questo terzo Rapporto sul cambiamento sociale fornisce i dati più aggiornati di cui si dispone sull'Italia del 2006: andamento dell'economia, conti pubblici, stato sociale, squilibri territoriali, criminalità , immigrazione, preferenze politiche, atteggiamenti morali. Non solo dati e tendenze, però. Nel resoconto di Ricolfi si prospetta anche un'ipotesi sulla congiuntura che il Paese sta attraversando. L'idea centrale è che la vittoria di Prodi e il varo della Finanziaria 2007 stiano producendo l'esatto contrario di ciò che l'Unione si proponeva di ottenere: non una maggiore coesione ma la progressiva separazione - come in una reazione chimica - delle componenti di base della società  italiana.