Il politologo Salvatore Vassallo ha commentato così la nascita del Manifesto del futuro Partito democratico: "Il Manifesto - osserva - per ora è solo un documento prodotto da una commissione di consulenti. Ma se sarà adottato come base di avvio del Pd per molti aspetti segnerebbe una novità importate per la politica".
Lo storico Roberto Gualtieri, nella sua relazione a Orvieto, aveva affermato: "Il Partito democratico nasce intorno alla consapevolezza che il paese ha bisogno di una guida politica. Una guida capace di coinvolgere, intorno a una rinnovata idea dell'Italia, le migliori energie del paese in uno sforzo collettivo analogo a quello che nel secondo dopoguerra animò la ricostruzione e l'edificazione della democrazia".
La deputata de L'Ulivo Fulvia Bandoli, fortemente contraria al partito democratico ed aderente alla mozione di Fabio Mussi, sul Manifesto elaborato dai "12 saggi" ha dichiarato: "Si capiscono chiaramente almeno due cose, molto utili alla discussione e a sciogliere i dubbi: la prima è che il partito non aderirà al partito del socialismo europeo la seconda è che il nuovo partito si formerà entro il 2008, e dunque, cercare di tranquillizzare gli incerti affermando come fa la mozione Fassino, che i Ds non si sciolgono dopo il congresso di aprile è solo un modo sbagliato e un po' 'veterocomunsta' di dire agli iscritti metà della verità ".
Presenti anche il senatore ulivista Giogo Tonini, vice presidente della commissione esteri e tra i partecipanti alla realizzazione del Manifesto del Partito democratico, e l'editorialista del 'Giornale' Ludovico Festa, che ha firmato un editoriale dal titolo: "Lotta di potere il resto è solo fuffa".
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