Sono poche le udienze in presenza che si svolgono al Tribunale Civile di Roma. E quando un giudice si ammala di Covid, “tutto si ferma”. Giulia Cerino.
Davanti al Tribunale Civile di Roma, molte persone aspettano di entrare e fanno ore di fila in attesa di varcare il portone. Pochi sportelli sono aperti al pubblico. Eppure l'interno del tribunale è deserto, le cancellerie e l'aula di udienza sono chiuse. “Non si fanno le udienze in presenza, tranne alcune”, dice una donna. Il giudice onorario Maria Elena Francone si occupa di sfratti, ma adesso non può lavorare perché è positivo al coronavirus. Come lei, numerosi giudici non sono stati vaccinati. “Ci sarà un ulteriore rallentamento che si aggiunge a quello già determinato da questa situazione di pandemia – ammette Francone –. Io non posso trattare queste cause: si vanno a spalmare necessariamente sul ruolo di altri giudici quindi con i ritardi e le problematiche del caso”.