Azzurra, siciliana oggi vive a Roma, ha una laurea e due master: ecco cosa significa decidere di restare in Italia
"Cosa vuol dire vivere in Italia oggi? Io ho 33 anni, e alla mia età vuol dire avere in tasca una laurea con lode, due master, diverse esperienze di lavoro all’estero, tre stage, numerosi corsi di recitazione e una continua formazione professionale.
Sono l’emblema della mia generazione.
Dieci anni fa mi sono trasferita da Catania a Roma.
Negli anni mi sono sentita dire più volte che ero troppo qualificata, addirittura sovradimensionata per poter svolgere il lavoro per il quale mi stavo candidando.
Ho fatto la commessa, l’insegnante, la cameriera, l’addetta stampa, la consulente d’impresa, l’aiuto-regista, la babysitter, l’assistente di produzione, la giornalista, l’organizzatrice di eventi, la segretaria, l’animatrice. Alla fine ho deciso di fare un salto nel vuoto, di prendermi tutti i rischi: oggi gestisco con altri due soci una piccola società di eventi.
Ho pensato che le cose stessero per cambiare: un premier giovane, un nuovo governo, tante riforme all’orizzonte, nuovi spazi. Eppure mi sembra rimasto tutto com’era.
Vivere in Italia per una come me significa essere un supereroe. Significa trascorrere notti insonni per cercare soluzioni utili a tappare i buchi. Significa sviluppare tecniche di risparmio e competenze economiche da fare invidia a certi Ministri. Significa sfidare le leggi della fisica per riuscire a svolgere due, tre, a volte anche quattro lavori contemporaneamente, alcuni dei quali non retribuiti, nella speranza che la dedizione ostinata ti conduca un giorno da qualche parte.
Significa vedere riconosciuta raramente la propria professionalità. Significa accontentarsi di stipendi da fame, di mansioni poco o per niente in linea con le proprie aspirazioni.
Significa imparare a stare in apnea, ritrovarsi a chiedere soldi in prestito ai genitori (quando ti va bene) a cui sai già che non potrai restituirli. Significa imparare a fare la conta di quello che non si può fare e tenerla bene a mente.
Tutto questo significa restare.
Oggi sono una cosiddetta “libera professionista”: professionista di certo, libera un po’ meno. Una professionista con la valigia sempre pronta sotto al letto. Perché io ci provo ad investire nel mio Paese, ma mi chiedo sempre più spesso se il mio Paese provi davvero a investire su di me."