Per alleggerire gli ospedali si è pensato di coinvolgere i medici di base per fare tamponi rapidi e seguire i pazienti Covid meno gravi. Ma in tanti non sono d’accordo: “Non abbiamo gli studi idonei, né il tempo per far tutto”. Il servizio di Sara Giudice
Telefonate, messaggi whatsapp, visite a domicilio, pazienti con altre patologie, richieste di vaccino e ricette per prestazioni sospese se non considerate essenziali. I medici di famiglia elencano le attività che svolgono durante la loro giornata: “Lo vede anche lei, non c’è il tempo di fare nulla”. Ed è anche per questo che diversi di loro sono contrari ad aggiungere a questa lista i tamponi rapidi. Oltre a questo, c’è la questione della sicurezza: “Non farei mai un tampone a un paziente Covid se dopo so che devo visitare una paziente oncologica nella stessa stanza”. “Più di così non riusciamo a fare, stiamo cadendo come mosche”, aggiungono.