“Sono rimasta a secco, mi hanno portato via tutto”. Parlano così coloro che avevano depositato gioielli e contanti nelle cassette di sicurezza di una filiale di Banca Intesa a Torino, ripulite dai ladri il 25 aprile dello scorso anno. Molti di loro non hanno accettato il risarcimento offerto dall’istituto di credito e si avviano ora a dar battaglia in tribunale. “Avevo un valore che superava centinaia di migliaia di euro e mi hanno offerto 70mila euro suppergiù”. E poi ci sono i ricordi di una vita. Volatilizzati anche quelli. La banca, in un comunicato, ricorda di essere a sua volta una vittima e di aver risarcito la maggior parte dei cassettisti. Ma per quanti non hanno accettato l’offerta di indennizzo resta amarezza e un senso di impotenza. “Loro sono dei colossi, noi siamo dei topolini. Abusano delle loro posizioni dominanti”.