Obolo ridotto da 113 a 100 euro, stop all'evasione (che sarebbe dovuta passare dal 27% al 4%) e un extragettito per lo Stato che secondo le stime sarebbe arrivato a 300 milioni l'anno. Nelle intenzioni del governo il canone in bolletta si doveva basare su questo principio liberale: pagare tutti per pagare meno. E' andata veramente così? No, almeno stando alle analisi della Cgil. Anzitutto l'evasione: secondo il governo con il canone in bolletta i furbetti sarebbero dovuti scendere al 4%, invece i primi dati trasmessi da Enel dicono che la percentuale di chi non paga è al 10. C'è poi l'esenzione per gli ultrasettantacinquenni a basso reddito e la riduzione dell'imposta, cui si aggiunge un prelievo extra del 5% decretato con la legge di Stabilità del 2015. Risultato? L'extra gettito rischia di azzerarsi, con la Rai che finirà per chiudere ancora il bilancio in perdita e il governo che si ritrova ad aver approvato una legge invisa all'opinione pubblica a saldi invariati, senza ricavarne nulla.