Il ministro dell’Economia Padoan ha detto: “Il Paese ora è più crebibile”. E’ davvero così. E il premier? E’ più o meno credibile dopo quasi due anni di governo? Più o meno stabile? Servizio di Alessio Schiesari
Il ministro dell’Economia Padoan ha detto: “Il Paese ora è più crebibile”. E’ davvero così. E il premier? E’ più o meno credibile dopo quasi due anni di governo? Più o meno stabile? Secondo i dati Ipsos, nel 2015 il gradimento di Renzi nei sondaggi è calato di nove punti scendendo dal 47% al 38%. L’anno però si può dividere in due: fino a luglio il premier è in picchiata libera a causa delle riforme (jobs act e buona scuola soprattutto) e della questione immigrazione. Da agosto invece riprende a salire grazie all’abolizione della Tasi, alla ripresina del Pil e ai dati (discutibili) sull’occupazione. Il recupero di 6 punti percentuali, per quanto non sufficiente a recuperare quanto perduto nel primo semestre, è comunque qualcosa di inconsueto: spiega Pagnoncelli che in quindici mai un premier che aveva cominciato a scendere nei sondaggi era riuscito a invertire la rotta senza passare dal voto. Renzi può quindi stare sereno? Non proprio, perché il trend positivo si è arrestato a dicembre (-1%), in concomitanza con lo scandalo banche.