Un tempo il linguaggio dei politici si distingueva per ricercatezza e profondità e in qualche modo dava dignità e credibilità al ruolo stesso del politico. Oggi, tra un inglese claudicante e un italiano sgrammaticato, i parlamentari regalano perle involontarie di comicità. Dall’inglese maccheronico di Angelino Alfano al congiuntivo ballerino di Alessandro Di Battista, passando per Vincenzo D’Anna di Gal: tutti gli errori dei parlamentari.