Non sanno parlare né risolvere una equazione matematica, eppure gli animali hanno la coscienza di essere se stessi, esattamente come gli umani. Non lo sostengono gli animalisti o gli amanti dei cani: lo dice la scienza, e precisamente un documento sottoscritto a Cambridge nel 2012 da un gruppo di neuroscienziati che, sotto la guida di Stephen Hawking, hanno dichiarato che tutti gli animali vertebrati, compresi gli uccelli e i pesci, possiedono il sostrato neurologico che genera la coscienza. Una prerogativa che nel mondo degli invertebrati appartiene unicamente ai polpi, ormai celebri anche per la loro spiccata intelligenza. Sempre secondo il documento, la stimolazione artificiale delle stesse regioni cerebrali genera una uguale risposta emotiva e comportamentale negli animali e negli umani. Il neurologo Gregory Berns è andato oltre e sostiene in un celebre articolo pubblicato dal New York Times che anche i cani siano in qualche modo persone, sulla base di una sua scoperta: l’impressionante somiglianza nei cani e negli umani di una regione fondamentale del cervello e cioè il nucleo caudato, che si attiva particolarmente quando assaporiamo un cibo buono o siamo contenti per la visita di un amico. La medesima capacità di sperimentare emozioni positive, dice, Berns, rende i cani molto simili ai bambini. E cioè alle persone. Con una inevitabile conclusione: prima o poi la società e la giurisprudenza dovranno porsi il problema dei diritti degli animali sulla base dell’evidenza scientifica. (Laura Eduati)