Una mattina, dopo aver trascorso la notte con Giuseppe, a casa sua, a Bagheria, Lidia decide di dirgli che è finita. Giuseppe, separato con tre figli, lo aveva conosciuto dopo un matrimonio andato male. E si era fidanzata con lui. Prima di quella notte, c’erano stati alcuni episodi, uno molto grave: Giuseppe l’aveva colpita bucandole il timpano con uno schiaffo e rompendole tre costole. Eppure lei aveva deciso lo stesso di restare con lui. Ma, dopo quell’ultima notte trascorsa insieme, Lidia trova il coraggio di dirgli che non può andare avanti così. La reazione di lui è drammatica.
Va in bagno e quando torna la travolge: prima la colpisce sulla testa con una padella di ghisa, fino a spezzare il manico, poi con un paio di forbici la ferisce più volte, un primo colpo alla schiena, il secondo prova a darglielo in pancia, mai si difende e le forbici le bucano la coscia, lui la prende per i capelli e la trascina sul suo stesso sangue. Poi la lascia in terra. E la tiene così sotto sequestro per ore. Finché decide di andarsene, vietandole anche solo di muovere un dito. Lei invece prende il telefono e chiama il 118.
Giuseppe viene arrestato. Dopo cinque mesi gli vengono concessi i domiciliari. E ricomincia a perseguitare Lidia, che lo denuncia di nuovo. A maggio 2015 Giuseppe viene condannato a 4 anni e 6 mesi. Adesso è in carcere, ma Lidia teme che tra sconti di pena e buona condotta possa uscire anche prima del previsto. E a quel punto chi la proteggerà? E come?