Ventimiglia è diventata ormai il nostro confine più sofferto. È la porta per la Francia, l’ingresso per un Paese che non vuole i migranti giunti soprattutto da Sudan, Eritrea ed Etiopia. A questi migranti l’Italia non interessa. Si fermano qui, e aspettano. Per mesi. Ventimiglia è diventata una piccola capitale del traffico di esseri umani, come ha dimostrato una recente inchiesta dell’Antimafia milanese. Da qui partono almeno venti spedizioni al giorno, furgoni stipati all’inverosimile, colonne di poveracci in marcia lungo le rotaie, che pagano centinaia di euro per fare gli ultimi chilometri del loro viaggio. Come per tutte le periferie, da Ventimiglia arrivano notizie scarse e frammentate, quasi sempre in occasione di queste disgrazie.