Giustizia, l'accusa di Nino Di Matteo: "Le cordate di polizia giudiziaria per condizionare il CSM"

La denuncia di Nino Di Matteo sulle cordate di polizia giudiziaria "per condizionare l'attività del Consiglio superiore della magistratura e dell'intera magistratura".

Io temo che, soprattutto negliultimi anni, si siano formate anche al di fuori o  trasversalmente alle correnti, delle cordate attorno a un procuratore o a un magistrato particolarmente autorevole, composte da ufficiali di polizia giudiziaria e da esponenti estranei alla magistratura che pretendono, come fanno le correnti, di condizionare l'attivita' del Consiglio superiore della magistratura e dell'intera magistratura. 

Con l'appartenenza alle cordate - prosegue DI MATTEO - "vieni tutelato nei momenti di difficolta', la tua attivita' viene promossa, vieni sostenuto anche nelle tue ambizioni di carriera" e l'avversario "diventa un corpo estraneo da marginalizzare, da contenere, se possibile da danneggiare". E in fondo - aggiunge il togato, "la logica dell'appartenenza e'
molto simile alle logiche mafiose", e' "il metodo mafioso che ha inquinato i poteri, non solo la magistratura". Secondo Di Matteo, il "sistema" delle correnti del quale Luca Palamara era solo una "pedina", al quale si affianca quello delle "cordate", e' uno schiaffo al sacrificio dei 28 magistrati uccisi dalla criminalita' organizzata e dal terrorismo come Falcone e
Borsellino, che gli stessi appartenenti al 'sistema' "fingono di onorare" e "utilizzano la loro tragica morte per attaccare i magistrati vivi". Come la politica, che ha rinunciato alle sue
responsabilita' per "usare i magistrati come alibi" e - sottolinea DI MATTEO - sta discutendo una "pessima riforma" della Giustizia presentata dalla ministra Marta Cartabia, che
"rischia di mandare in fumo tanti processi"