PRODI CONTRO I GIORNALI

Anche Prodi "accusa" i media di remare contro il suo governo. Del difficile rapporto fra i capi di governo e i mezzi di comunicazione sI discute ad Otto e Mezzo.

Claudio Velardi, uno dei D'Alema boys, giornalista e fondatore del quotidiano 'Il Riformista', torna con 'Election Wars' (Mondadori) sulla lunga campagna elettorale di questi mesi e lo fa con gli occhi del comunicatore. Il titolo completo del libro è "L'anno che doveva cambiare l'Italia".

E' intervenuti anche il Coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, che dopo la presentazione del ddl Gentiloni, ha annunciato che avrebbe intrapreso lo sciopero della fame per protesta. Sul Corriere della Sera di lunedì 16 ottobre, ha voluto precisare che non digiuna per Mediaset: "Non difendo gli interessi di Berlusconi - ha affermato - difendo una società  importante che ha avuto ed ha un ruolo essenziale per lo sviluppo economico e per la libertà  del nostro Paese. E soprattutto - ha aggiunto - "difendo la democrazia e la libertà  minacciate da un potere della sinistra che non crede più a niente se non al potere".

Edoardo Novelli, docente Comunicazione Politica, ha pubblicato quest'anno il volume: "La turbopolitica. Sessant'anni di comunicazione politica e di scena pubblica in Italia. 1945-2005", saggio che ripercorre il passaggio, nell'arco di poco più di cinquant'anni, dalla supremazia della politica sulla comunicazione, dalla propaganda pedagogica e persuasiva, dalla piazza, all'attuale turbopolitica e alle sue regole. L'atteggiamento del presidente e dell'esecutivo, secondo Novelli è: "i mass media sono contro di noi"; lo studioso si dice inoltre convinto che "la comunicazione è diventata la principale attività  ed arte di governo. Dopo il governo dell'ideologia, della religione, della burocrazia è arrivato il momento del governo della comunicazione. Una simile concezione del ruolo della comunicazione ha sino ad ora fatto difetto al nuovo governo".

Il deputato ulivista Renzo Lusetti, responsabile informazione della Margherita, ha difeso la riforma Gentiloni dichiarando in una nota che si tratta di "una riforma pensata per adeguare l'Italia al resto d'Europa, per aprire un mercato ingessato, per garantire la concorrenza e la trasparenza nel settore radiotelevisivo, per offrire all'utente programmi di qualità  con una riduzione degli spazi pubblicitari, una riforma studiata per consentire al mercato radiotelevisivo di essere in linea con la nuova era alla quale ci stiamo affacciando: l'era del digitale".


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