Franco Tomassini, pensionato e Gino Bartoli, che invece in pensione non riesce ad andare, due storie a confronto. Raccontano le loro storie lavorative.
Gino Bartoli, bresciani 63 anni, 41 anni e tre mesi di contributi (47 di lavoro, ci tiene a specificare). Nel marzo scorso è stato licenziato dall'azienda per cui lavorava come tecnico chimico a causa di una crisi aziendale. Percepisce la Naspi. Dal gennaio 2019 il ricalcolo sull'aspettativa di vita aumenterà di 5 mesi il numero di anni di contributi necessari per andare in pensione.
Franco Tomassini, ex dirigente di azienda pubblica (Italsider) di 80 anni, in pensione da quando ne aveva 50. Ha lasciato il lavoro grazie a una legge speciale sulle attività in crisi che permetteva di andare in pensione con meno anni di contributi (nel suo caso 26 anni di lavoro e cinque di laurea). Oggi percepisce un assegno di circa 2mila euro al mese. Nel 2011 ha scritto una lettera al Corriere della Sera in cui spiegava che sarebbe disposto a cedere una quota del proprio assegno, largamente superiore alle sue effettive necessità, per un fondo di aiuto ai giovani.