Siamo in pieno centro, a due passi dalla stazione Termini di Roma. Dal 2013 questo edificio è occupato da 1.100 rifugiati. 406 stanze, 11 piani, qui - ci raccontano - solo il 20% degli inquilini ha un lavoro. Si vedono immagini di stanze di fortuna, cucine e bambini che dormono. “Facciamo piano per non disturbare”, dicono gli occupanti. L’immobile, dove l’anno scorso furono arrestati 6 eritrei, forse scafisti, è stato inserito dal ministero dell’Interno nell’elenco degli “obiettivi prioritari da sgomberare”. Ma come ha ricordato qualche giorno fa il capo della polizia Franco Gabrielli, “se mettiamo in strada tutte queste persone qualche problema si pone”. Tra le zone più monitorate anche Tor Sapienza, dove svetta un palazzone di vetro, il Salam Palace, occupato da 500 persone: somali, etiopi, eritrei, tutti residenti. Molti di loro abitano qui dentro da dieci anni in una stanza di 2 metri per 2. Ci sono 10 piani con 500 persone. Scendendo le scale, tra calcinacci e cavi a penzoloni, si arriva al piano interrato adibito a luogo di culto: fontanelle per l’abluzione, tappeti per la preghiera. Una supplica verso la Mecca e la voglia di andarsene un giorno via da qui. “Noi vogliamo una vita normale”, ci dicono in chiusura. (Marika Dell’Acqua)