E’ ben chiaro che Matteo Salvini, attuale leader del Centrodestra, stia sul gozzo a Silvio Berlusconi, fondatore del Centrodestra in Italia.
I due non si prendono.
E non si prendono Dario Franceschini, pronto a ogni maggioranza, e Matteo Renzi, leader del Pd, a sua volta dante causa del Giglio Magico e di quel che resta del Centrosinistra, compresi gli scissionisti di LeU con Massimo D’Alema, Pierluigi Bersani, l’adorabile Laura Boldrini e Pietro Grasso, tutti in attesa di rimettersi in gioco coi governissimi degli sconfittissimi.
Neppure tra i Cinque Stelle sono rose e fiori.
Non si piacciono Luigi Di Maio – capo politico, premier a prescindere – e Roberto Fico, il tessitore della Leopolda & Associati, ovvero il patto tra Banca Etruria, Casaleggio e la forfora di Luca Lotti.
E’ l’intesa che fa dei nemici, i migliori amici.
Una cosa è l’alleanza con Salvini che è brutto, sporco e cattivo, pronto a sfasciare il sistema. Un’altra è buttarsi tra le braccia del sistema che ti sistema di tutto: vitto di cittadinanza, alloggio nell’Ue, lavatura al Quirinale e stiratura atlantica.
Resta da capire una cosa: chi sarà l’amico più amico dei nemici, forse lo stesso Beppe Grillo, con le cinque stelle ormai inghiottite dalle stelle e strisce americane?
L’aveva già detto, lui: “Te la do io l’America”.
Ed è sempre lì, o lì o là. E’ la sentenza di Giufà.