Sono trascorsi 26 anni dall'arresto di Francesco Schiavone, conosciuto come "Sandokan", uno dei fondatori del clan dei Casalesi: solo adesso, però, il capo dell'organizzazione criminale ha deciso di ravvedersi e iniziare a cooperare testimoniando davanti ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia. Anche il figlio Nicola – che dopo l'arresto di "Sandokan" aveva assunto il comando – si è pentito nel 2018, così come ha fatto tre anni dopo, nel 2021, il fratello Walter.
La speranza che Francesco Schiavone potesse iniziare a collaborare con la giustizia era già stata ventilata da un po' di tempo, ma solo ieri, 28 marzo, sarebbe giunta l'ufficialità. Come riporta Cronache di Caserta, infatti, durante la giornata di ieri le forze dell'ordine si sarebbero recate presso i familiari di "Sandokan", a Casal di Principe, per proporre loro un programma di protezione come previsto alla maggior parte dei collaboratori di giustizia pentiti per reati di questo calibro
Francesco Schiavone venne intercettato nel suo rifugio a Casal di Principe nel 1998 per poi essere condannato all'ergastolo La sera precedente, poliziotti, carabinieri e agenti della Direzione distrettuale antimafia fecero irruzione in un appartamento in via Salerno; tuttavia, riuscirono a catturare il boss solo la mattina successiva, dopo ore di scavi, quando Schiavone, ormai circondato, emerse da un rifugio sotterraneo.