GARIBALDERIE

La figura di Giuseppe Garibaldi, protagonista del Risorgimento Italiano, è al centro di un aspro dibattito in occasione appunto del 4 luglio.

Se ne parla con CLAUDIO MARTELLI, uomo di punta del Psi, il partito che ha "sdoganato" la storia risorgimentale e che ha avuto nel suo segretario, Craxi, un cultore della storia politica di Garibaldi, e Eva Cecchinato, ricercatrice dell'Università  Ca' Foscari di Venezia, Che con il suo "Camicie Rosse. I garibaldini dall'Unità  alla Grande Guerra" (2007) ricostruisce il mondo garibaldino seguendo "la parabola delle camicie rosse, dalla nascita del Regno d'Italia fino al 1915, con particolare attenzione alle fasi cruciali del primo decennio post-unitario accompagnate da fratture e conflitti a volte feroci. Ma mette in luce anche un carattere che al garibaldinismo era intrinsecamente legato, l'internazionalismo. A questa dimensione sovranazionale si collega la vicenda dei volontari del 1914 in Francia, che anticipa la scelta di campo dell'Italia nella Grande Guerra".

Hanno partecipato Mario Borghezio, Europarlamentare della Lega Nord che ieri all'agenzia giornalistica Asg ha dichiarato: "Nell'immaginario collettivo dei Patrioti Padani, Garibaldi non rappresenta certamente un eroe positivo. Però ha ragione chi dice che il suo ricordo ormai sopravvive solo grazie alle invettive degli anti-risorgimentali. Scomparsi Craxi e Spadolini, ora resta nelle mani, al più, di Ciampi e Scalfaro...Celebrarne il secondo centenario è, quindi, un'operazione un po' penosa di esumazione di un cadavere della Storia...."

Raffaele Lombardo, leader del Movimento per l'Autonomia che sul sito del partito in un articolo spiega "Garibaldi un eroe? Solo un colonizzatore. Giuseppe Garibaldi un Nemico del Sud". "Al Senato si celebrano i 200 anni dalla nascita di Garibaldi - si legge - Lo diciamo con franchezza: a questo coro retorico non ci uniamo perché crediamo che sia fondato su un grande imbroglio e una grande ipocrisia".


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