"La differenza femminile rischia di estinguersi. Non c'è quasi più nessuna donna che voglia prendersi la briga di essere una donna. Siamo diventate tutte veri uomini, senza nemmeno aver saputo cosa sarebbe stato essere vere donne. (...) Il momento è oggi. Siamo sul crinale. L'emancipazione è al suo climax, e a questo punto ci tocca scegliere". Marina Terragni, che in questi anni ha raccontato l'avventura del maschile e del femminile nell'era contemporanea, lancia un allarme, un appello e una sfida a tutte le donne. Si deve e si può tornare a praticare la propria femminilità senza perderci nulla. "Vivere pienamente la differenza è il solo modo di essere davvero pari. Un gran lavoro, ma io credo che sia proprio il lavoro che oggi c'è da fare". Il rischio, come avverte il titolo, è quello della scomparsa, l'estinzione delle donne e l'omologazione sessuale. E adesso che anche gli uomini sono in crisi, come "scorticati" dalla fine del patriarcato, ma forse proprio per questo più interessanti, è il momento di distogliere le energie dalla rincorsa del modello maschile "globale" e investirle nella ricerca di una civiltà femminile, per il bene delle donne e degli uomini.
A discuterne con Marina Terragni, erano presenti Alessandra Sardoni e Pietrangelo Buttafuoco e la giornalista Anselma Dell'Olio che in un articolo su Grazia dell'11 aprile 2007 ("Il marito è mio e me lo gestisco io. Torna la voglia di essere mogli"), scrive: "E' tornata la moglitudine. Anzi, la neo-moglitudine. Le mogli una volta stavano accanto al loro uomo nel bene e nel male, schiena dritta, occhio asciutto, un passo indietro e soprattutto zitte. Pensate, a Eleanor Roosevelt, first lady di vasta influenza politica (..). Con Hillary Clinton le cose cambiano. Fiera del soprannome Billary, apertamente femminista e ambiziosa, gioca con fierezza il ruolo di co-presidente e policy maker senza pari. Costretta a occuparsi di questioni più tradizionalmente femminili, come infanzia e istruzione, si erige a usbergo del marito sotto attacco per l'affaire Lewinsky. (..) Ai giornalisti che chiedono quanti tradimenti abbia intenzione di sopportare, cita l'ingiunzione biblica di perdonare "non sette volte ma sette volte sette". Così nasce la Neo-moglitudine. In Italia, un po' in ritardo, arriva con la fantastica lettera aperta di Veronica Lario a Repubblica".
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