L'Infedele, già uscito negli Usa, sono cinquecento pagine contro i nemici che un giorno di novembre di 3 anni fa le promisero la morte. Per farlo utilizzarono un biglietto e un pugnale sporchi di sangue: l'arma con cui uccisero Theo Van Gogh, il regista di Submission, film di cui Ayaan aveva scritto la sceneggiatura, un manifesto d'accusa contro l'islam e il trattamento che quella cultura riserva alle donne. L'Infedele è un diario ma anche una sfida personale. E poi è la cronaca di una fuga. Ayaan scappa da quando aveva 8 anni, da quando sua madre la spinse a bordo di un aereo per salvarle la vita. E continua con la fuga dall'Olanda per gli Stati Uniti. "La mia fuga - dice oggi Ayaan - si è conclusa. Dopo l'esperienza olandese ho trovato un luogo dove fermarmi, gli Stati Uniti. Sarà la mia casa anche perché qui, a differenza dell'Europa, è più facile confondersi nella folla e dunque difendersi. Magari non a Washington, dove tutti parlano solo di politica, perché come sapete io sono scappata anche dalla politica".