FOIBE: CONFLITTO SULLA STORIA

Le parole di condanna del Presidente Napolitano e la reazione del Presidente croato Mesic, pongono il problema della memoria diversa di due popoli

Lo scrittore Pretreag Matvejevic, intervistato su Repubblica il 14 febbraio in merito allo scontro tra Napolitano e il presidente croato Mesic, ha affermato: "Sono due comunisti, due antifascisti , due persone che dovrebbero intendersi. Quel che è successo è un paradosso. Un enorme malinteso tra due immaginari che si scontrano Da una parte una ricostruzione italiana tardiva che è cresciuta negli anni di Berlusconi che attinge in maniera parziale alla storia, e dall'altra l'immaginario croato che tende a rimuovere del tutto le foibe e trattiene solo il ricordo delle violenze fasciste".

Lo storico Giovanni Sabbatucci, nel maggio del 2002 in un articolo sulle foibe uscito sul Messaggero scriveva : "Con quei morti, con quei profughi, con i loro figli e nipoti,l'Italia democratica ha accumulato un debito. Deve e può ancora pagarlo, almeno sul piano della memoria e della celebrazione pubblica. Naturalmente a tempo e luogo, senza bisogno di usare le vittime per contrapporle ad altre vittime, di enfatizzare gli orrori per attenuare il peso di altri orrori: che sarebbe un'operazione moralmente cinica, oltre che storicamente scorretta".

Presente anche Fausto Biloslavo de "Il Giornale", che commentando la condanna europea a Mesic scrive: "Il problema è che il 52% dei croati è euroscettico e Mesic ha deciso di cavalcare la tigre sparando a palle incatenate sull'Italia".

Infine la giornalista Claudia Cernigoi, che ha pubblicato per la Kappa Vu il suo primo studio sulle foibe, Operazione foibe a Trieste di cui è uscita nel 2005 la seconda edizione. Dice la Cernigoi : "Nel mio libro si affronta il problema delle foibe da un'angolazione diversa, valutando cosa c'è stato prima, analizzando come si sono svolti i fatti durante ed infine cosa è successo dopo ovvero come la propaganda reazionaria è riuscita a costruire il "caso foibe". facciamo finalmente quella che viene definita , con un'espressione orribile,la "contabilità  degli infoibati", al dilà  delle roboanti cifre sparate dai vari pseudo - storici , in questo libro si dimostra che dall'attuale provincia di Trieste nei fatidici 40 giorni sono scomparse 517 persone suddivise in queste categoria: guardia di finanza 112, militari di varie formazioni 151, polizia (compresi membri delle SS) 140, civili (compresi collaborazionisti e spie di vario tipo) 105. Con queste cifre nopn si può parlare di genocidio , né di pulizia etnica e neppure di violenza politica finalizzata alla conquista del potere".


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