IL CINEMA È L'ARMA PIU' FORTE

"Cento autori" hanno consegnato al presidente Napolitano un appello: un allarme per la crisi del cinema italiano, una richiesta di investire

Il regista Tinto Brass è entrato in polemica con gli autori "ufficiali" italiani, tra cui Marco Bellocchio, che hanno sottoscritto il documento dei Cento autori: "In tutto quello che ho fatto anarcoide o sessuale che sia c'è sempre qualcosa fuori dagli schemi. In Italia anche autori come Bellocchio ormai fanno santini per la televisione''.
E sul disprezzo ricevuto dagli intellettuali italiani dice: "Mi faccio beffe di chi si inalbera contro i miei lavori e considera una cosa minore l'erotismo. A volte sono sorpreso da questa cecità  nel leggere quello che sanno invece vedere bene i francesi. Io sono nato in Francia dove c'è il piacere dello scandalo".

A parlarne Giulio Scarpati, che sul Corriere della sera del 18 maggio ha rivelato: "Ho fatto bene ad abbandonare il medico in famiglia. Lele (ndr, il personaggio da lui interpretato) era come un Mr. Hyde che si impossessava di me".

Presente anche Mariarosa Mancuso, critica cinematografica, che sul cinema e i registi italiani ha scritto (Il Foglio, 22 aprile 2007): "Quando non serve la conoscenza dell'inconscio, serve la conoscenza del cinema italiano, vedi alla voce dispetti & scaramucce. Come accade nei gruppi chiusi e senza ricambio, basta prendere due registi a caso per scoprire che hanno mille ragioni per odiarsi".

Anche Tino Oldani di Panorama, che ha curato insieme a Vittorio Feltri e Renato Brunetta il volume inchiesta sul cinema distribuito dal quotidiano Libero e intitolato: "Cinema profondo rosso - come la sinistra ha costruito l'egemonia sul cinema italiano, facendone una sprecopoli di celluloide, capace di produrre soltanto film flop".


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